Ricordo, da bambina, lo zio Camillo come un signore molto serio, alto, elegante e taciturno. A noi nipoti metteva un po’ di soggezione, eppure non era così. Molte sono state le occasioni che mi hanno consentito di modificare le mie impressioni.
Quando noi sei sorelle stavamo ad Ischia, nella villa dei nonni, vivevamo in allegria le nostre vacanze. Poi, un giorno, sapevamo che sarebbero arrivati zia Italia e zio Camillo.
Era una grande emozione, accompagnata dalla gioia di rivedere gli zii che abitavano a Roma, anche perché ogni volta lo zio Camillo con noi nipoti si trasformava e tirava fuori dalla sua borsa caramelle, cioccolatini e regali per giocare con noi al “Mercante in fiera”. Per noi nipoti diventava una festa, alla quale partecipavano anche la cara zia Italia e gli amatissimi nonni.
Insomma, ogni visita di zio Camillo si tramutava per noi sorelle in una fonte di gioia e di allegria.
Ma il carattere allegro ed affettuoso di zio Camillo, ben diverso da quel taciturno e severo signore che poteva apparire a chi non lo conoscesse, si è rivelato in tante altre occasioni.
Una per tutte, ricordo un viaggio che facemmo quando avevo 18 anni. Lo zio, insieme a zia Italia, portò me, mia sorella Ela e la cugina Adele, a visitare la Svizzera, la Germania e la Francia.
Fu un viaggio bellissimo, ma anche molto impegnativo e pieno di avventure. Ad esempio dovevamo andare a Bonn dove avevamo un albergo prenotato, ma era il periodo della Octoberfest e allo zio sembrò simpatico fermarsi a Rudesaim sul Reno in una birreria, dove birra e vino del Reno scorrevano a fiumi e che, bevuti dai tedeschi e dai turisti in gran quantità, facevano ridere e cantare tutti.
L’atmosfera era allegra e quando ci alzammo si era fatto ormai tardi. Invano girammo tutta la città in cerca di un albergo. Alla fine lo zio decise che avremmo dormito in macchina. Ela, Adele ed io, che avevamo bevuto il vino del Reno al quale non eravamo abituate, eravamo emozionatissime e ridevamo a più non posso, ma lo zio, forse preoccupato per le condizioni di disagio nelle quali ci eravamo trovate suo malgrado, ci zittì e ci impose di dormire.
Ma il suo carattere affettuoso e anticonformista si manifestò di nuovo pochi giorni dopo, una volta arrivati a Parigi. Infatti lo zio Camillo aveva organizzato una serata con un tour di tre spettacoli di streap-tease, di cui l’ultimo era al famoso Lido con degustazione di champagne.
La zia Italia, inflessibile custode della morale, non voleva in alcun modo farmi partecipare perché secondo lei non avevo l’età.
Immaginate la mia delusione, ero andata per la prima volta a Parigi, e chissà quando ci sarei tornata, e non potevo visitare un locale così famoso e caratteristico.
Per fortuna intervenne zio Camillo e convinse la zia che quella serata al Lido non mi avrebbe corrotta, essendo, fra l’altro ormai diciottenne.
La serata andò benissimo, tanto vero che oggi a distanza di tanti anni la ricordo ancora con gioia.
La affezionata nipote Luciana.
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